Percorsi alpinistici

Percorsi alpinistici

Vi proponiamo alcuni itinerari alpinistici realizzabili dal rifugio. Questi percorsi sono indicati a tutti gli appassionati che vogliono conoscere le possibilità che questo angolo di Valle d’Aosta, il gruppo del Monte Emilius, può offrire. Su questi itinerari occorre includere: l’utilizzo di attrezzature alpinistiche ed essere a conoscenza delle basilari nozioni di alpinismo. Ad eccezione della salita alla cima principale del gruppo, il Monte Emilius, dalla sua via normale, tutte le altre prevedono l’utilizzo di attrezzi che ricadono nell’alpinismo classico o delle vie ferrate. Saremo lieti, di offrirvi le necessarie informazioni sulle condizioni delle montagne che ci circondano e anche, su vostre eventuali intenzioni di essere accompagnati da una guida alpina.​​

Percorso I: Rifugio-Punta Garin

Dal rifugio (2516 m) seguire il sentiero 102 -14 che passa sulla sponda sinistra del lago sino a seguire la riva del torrentello che lo alimenta. Continuare sino a superare un primo, me breve, tratto più ripido che raggiunge la deviazione con il sentiero TVC-18. Seguire quest’ultimo che contratto pianeggiante, percorre uno splendido valloncello erboso, dove sono ancora visibili i ruderi di un antico pascolo alpino. Continuando si raggiunge la base della grande morena che precipita dalle pendici della Punta du Valaisan. Qui la traccia si sposta a destra e sempre ben segnalata, oltrepassa il torrentello Da qui inizia il tratto morenico in direzione del Col Garin ormai ben visibile. Seguendo le indicazioni, continuare sul percorso sino a superare il più ripido pendio finale con numerosi tornanti su pietrisco un poco instabile e raggiungere il Col Garin (2815 m) 1,30 ore circa dal rifugio. Dal colle non scendere sul sentiero, ma spostarsi a sinistra in leggera traversata, su ripido pendio erboso, puntando alla grande conca morenica posta ai piedi del versante Nord-Ovest della punta Garin. Risalire il ripido pendio detritico e raggiungere una costola rocciosa, ben visibile sulla destra, che scende dal colle che divide la quota 3207 dalla Punta Garin. Sopra alla costola si forma una cengia detritica che con percorso in diagonale a destra e scavalcando alcune facili rocce, conduce al colle 3150 metri circa. Da qui seguire la cresta Sud-Ovest su facili passaggi di arrampicata sino ad una placca, con diedro, di circa 20 metri. Salire su difficoltà di III III+ e riprendere a seguire la cresta più facile sino alla vetta 3448 metri, calcolare dal rifugio 5 ore 5,30 ore circa. Splendido il panorama sull’intero gruppo del Gran Paradiso e Grivola. Anche verso Nord, la catena alpina appare spettacolare con una vista inconsueta.Per la discesa si può optare per la cresta Nord che con percorso più gestibile, conduce alla lunga spianata che culmina con la Punta du Valaisan. Dove questa cresta spiana volgere a sinistra per individuare un lunga cengia, sempre detritica, che riporta senza particolari difficoltà nel pendio posto alla base della parete Nord-Ovest della montagna. Da qui seguire il percorso già collaudato. 

Percorso L: Rifugio-Ferrata Punta Valletta

Dal rifugio (2516 m) seguire il sentiero 102 -14 che passa sulla sponda sinistra del lago sino a seguire la riva del torrentello che lo alimenta. Continuare sino a superare un primo, me breve, tratto più ripido che raggiunge la deviazione con il sentiero TVC-18. Seguire quest’ultimo che contratto pianeggiante, percorre uno splendido valloncello erboso, dove sono ancora visibili i ruderi di un antico pascolo alpino. Continuando si raggiunge la base della grande morena che precipita dalle pendici della Punta du Valaisan. Qui la traccia si sposta a destra e sempre ben segnalata, oltrepassa il torrentello Da qui inizia il tratto morenico in direzione del Col Garin ormai ben visibile. Seguendo le indicazioni, continuare sul percorso sino a superare il più ripido pendio finale con numerosi tornanti su pietrisco un poco instabile e raggiungere il Col Garin (2815 m) 1,30 ore circa dal rifugio. Da questo passaggio, scendere il sentiero 2 e raggiungere il bivacco Nebbia (2741 m) e proseguire verso il fondovalle, sino a reperire il sentiero 2A, che diparte sulla destra. Il tracciato s’inerpica su balze erbose sino ad una spalla. Da qui con una traversata si porta sotto alla sella erbosa del colle. Alcuni tornanti su terreno più ripido portano al colle Tsa Setze (2815 m). Splendido il panorama sulla Val di Cogne, sul massiccio del Gran Paradiso e sulla Grivola. E’ da questo punto che possiamo prepararci per percorrere la ferrata che sale la cresta Sud-Ovest della Punta Valletta. Seguire tutto il percorso, utilizzando i numerosi cavi posizionati, si raggiunge la panoramica cima a 3089 metri 1,30 ore dal colle. Il panorama a 360° che si ammira dalla cima lascia senza parole. Il Vallone di Arbolle con il rifugio è 500 metri più in basso e dalla cima lo potrete già intravedere. Dalla cima seguire le indicazioni del sentiero 19A, prestando attenzione tra i blocchi di roccia, a non perdere la traccia. Su percorso morenico raggiungere la piana tra la Punta Valletto e la Testa Nera. Raggiunto questo balcone erboso isolato, con una breve risalita sarete sulla cima della Testa Nera(2820 m). Da questa, seguendo il sentiero sulla cresta Nord-Est in poco si raggiunge il Colle di Chamolé (2641 m). Da qui seguire a destra il sentiero 102 e in 15 minuti sarete al rifugio. Calcolare circa 6-7 ore per il giro completo.

Percorso M: Rifugio- Monte Emilius via Normale

E’ la cima più alta raggiungibile dal rifugio. Dalla vetta eccezionale panorama a 360° su tutto l’arco alpino valdostano. Non a caso è considerato uno dei 5 più bei panorami della regione.

Dal rifugio (2516 m) seguire il sentiero 102 -14 che passa sulla sponda sinistra del lago sino a seguire la riva del torrentello che lo alimenta. Continuare sino a superare un primo, me breve, tratto più ripido che raggiunge la deviazione con il sentiero TVC-18. Salire a sinistra restando sul tracciato 102-14 e dopo una traversata in leggera salita, superare due ruscelli. Continuare sul sentiero ben tracciato e salire sul primo grande dosso erboso. Da qui con alcuni saliscendi si arriva al Lago Gelato (2957 m) 1,15 ore circa dal rifugio. Imponente la mole del Monte Emilius che domina lo specchio d’acqua di color blu intenso. Continuare sul tracciato sempre ben segnato e superare un tratto più ripido della morena che conduce sul largo dosso di sassi. Continuare sino a raggiungere la deviazione a destra per il Col d’Arbolle. Seguire dritto rimanendo sul piano morenico e raggiungere una breve discesa. Il sentiero sempre ben segnalato, scende in una piccola depressione per poi tornare a salire. Dopo alcuni tornanti, si perviene ad una fonte che sgorga dalla morena. Acqua fresca e ottima, un tocco di classe in alta quota. Seguire ancora i segni gialli e raggiungere la traversata che si sposta a destra verso il Passo dei Cappuccini. Questo tratto è, purtroppo un po’ problematico a causa di una frana che ne ha cambiato la traccia. Districandosi tra massi e alcuni segni gialli ancora visibili, raggiungere il sentiero che ancora rimane ben visibile. Da qui alcuni tornanti portano ali 3242 metri del Passo dei Cappuccini, circa 2,30 ore dal rifugio, da dove diparte la cresta Sud del Monte Emilius. Seguire a sinistra la traccia che inizia a risalire il filo di cresta tra blocchi di roccia. Seguire i numerosi segni gialli, sempre su tracce, spostarsi a destra rispetto alla cresta. Il percorso compiendo diversi tornanti tra detriti e rocce accatastate, si porta in centro al versante Sud-Est e infine raggiunge la parte finale sulla cresta Sud a pochi passi dalla madonnina posta in cima a 3561 metri. Panorama a 360° senza eguali. Sicuramente da non perdere. Calcolare dal rifugio circa 4 ore.

Percorso N: Rifugio-Ferrata Monte Emilius

Bellissimo itinerario di alta montagna non difficile ma non banale. Non presenza difficoltà estreme e nemmeno atletiche, ma è sempre lungo da compiere. Diverse ore in ambiente selvaggio che varia moltissimo. Il ritorno si effettua sulla via normale della montagna e anche questo, dopo la cavalcata della ferrata, potrebbe risultare lunga. Si consiglia di partire molto presto per essere al Col Carrel con le prime luci.

Dal rifugio (2516 m) scendere brevemente sino ad incontrare sulla destra il sentiero 14. Seguirlo sino a reperire il canale di erba e pietre che scende nel vallone di Comboé. Questo tratto è facilitato con alcune corde e con alcuni pioli metallici, restando pur sempre ben tracciato e segnalato. Dopo una lunga diagonale verso sinistra si perviene ai pascoli della parte alta del vallone. Continuare sino a raggiungere il primo grande pianoro. Proprio qui sulla destra, diparte il sentiero 16. Prestare bene attenzione nell’individuazione del bivio. Seguire a destra il sentiero che dopo un breve tratto ripido, compie una lunga traversata a mezza costa e raggiunge, passando tra boschi di conifere, il valloncello che scende dal Col Carrel, poco a valle degli antichi ruderi di Plan Vallèe (2376 m). Continuare sul tracciato che inizia a compiere ampi tornanti per risalire le pendici erbose della becca. Ritornati sul canale principale, si dovrà superare una zona di frana, sempre ben segnalata per raggiungere un caratteristico blocco roccioso denominato “Le Grand Scez”. Risalire ancora sino ad incontrare il bivio con il sentiero 16 per la Becca di Nona. Proseguire diritti sul tracciato 16A e portarsi alla base del ripido pendio che scende dal Col Carrel. Risalire con diversi tornanti sino a raggiungere la sella dove è posto il bivacco Federigo Zullo 2912 metri, 2 ore circa dal rifugio. Passare a sinistra del bivacco e seguire le tracce che conducono al primo cavo. Seguire tutto il percorso attrezzato per raggiungere il gendarme che precede il fantastico ponte tibetano. La discesa da questo sperone è forse il tratto più esposto della salita. Scendere e oltrepassare il ponte. Continuare sempre seguendo la ferrata e dopo poco raggiungere la cima del Mont Ross di Comboé (3301 m). Da qui il percorso prosegue con alcuni saliscendi, sempre attrezzati, che portano alle indicazioni della via di scappatoia. Continuare e raggiungere l’impennata, su stupendi muri e diedri di roccia rossa, che conducono in cima al Piccolo Emilius (3342 m). Dalla cima il tracciato attrezzato scende ad un canale che va attraversato. Questo punto presenta, anche in stagione avanzata, un consistente pendio nevoso che spesso copre i cavi metallici. Portandosi a ridosso di un evidente diedro verticale, seguire il percorso sino a porre piede sulla cresta Ovest che su terreno morenico, culmina in vetta (3561 m). Dal rifugio alla vetta calcolare dalle 7 alle 9 ore.

Percorso P: Rifugio-Cresta Est Punta Valletta

Bel percorso ad anello che compie la traversata della Punta Valletta, partendo dal Col Garin sino al Colle di Chamolé. Non difficile con facili passaggi di arrampicata in ambiente isolato e poco frequentato. Durante la salita splendidi panorami su tutto l’arco alpino della regione.

Dal rifugio (2516 m) seguire il sentiero 102 -14 che passa sulla sponda sinistra del lago sino a seguire la riva del torrentello che lo alimenta. Continuare sino a superare un primo, me breve, tratto più ripido che raggiunge la deviazione con il sentiero TVC-18. Seguire quest’ultimo che contratto pianeggiante, percorre uno splendido valloncello erboso, dove sono ancora visibili i ruderi di un antico pascolo alpino. Continuando si raggiunge la base della grande morena che precipita dalle pendici della Punta du Valaisan. Qui la traccia si sposta a destra e sempre ben segnalata, oltrepassa il torrentello Da qui inizia il tratto morenico in direzione del Col Garin ormai ben visibile. Seguendo le indicazioni, continuare sul percorso sino a superare il più ripido pendio finale con numerosi tornanti su pietrisco un poco instabile e raggiungere il Col Garin (2815 m) 1,30 ore circa dal rifugio. I primi due risalti della cresta, a causa della qualità della roccia, conviene aggirarli a destra. Salire a destra della cresta sul versante morenico, un po’ faticoso ma non difficile, sino ad intravedere un piccolo colle a sinistra. Raggiungerlo con facili passaggi su terreno morenico e raggiungere il filo a 2850 metri circa. Da qui con brevi risalti e facili passaggi in arrampicata mai sopra il III, si raggiunge una spianata erbosa a 3085 metri “Pian Bessey”. Continuare su facili roccette e pendii erbosi e raggiungere la cima di Punta Valletta (3089 m) 4 ore circa dal rifugio. Dalla vetta scendere il sentiero 19A e raggiungere prima la cima della Testa Nera (2820 m) ed infine il Col di Chamolé (2641 m).

Percorso R: Tour del Monte Emilius

Percorso ad anello di due giorni, il tour del Monte Emilius Itinerario di rara bellezza che passando attraverso valloni solitari e isolati, compie un giro intorno alla montagna simbolo della zona. Indirizzato a persone con capacità e conoscenze alpinistiche. Difatti, anche se non elevate, il giro completo oppone difficoltà anche di tipo alpinistico. Non a caso, si andrà a percorrere quel che rimane dell’antico ghiacciaio di Arpisson, posto alla base della tetra parete Nord del Monte Emilius. Itinerario stupendo che sicuramente vi regalerà splendide emozioni.

Dal rifugio (2516 m) scendere brevemente sino ad incontrare sulla destra il sentiero 14. Seguirlo sino a reperire il canale di erba e pietre che scende nel vallone di Comboé. Questo tratto è facilitato con alcune corde e con alcuni pioli metallici, restando pur sempre ben tracciato e segnalato. Dopo una lunga diagonale verso sinistra si perviene ai pascoli della parte alta del vallone. Continuare sino a raggiungere il primo grande pianoro. Proprio qui sulla destra, diparte il sentiero 16. Prestare bene attenzione nell’individuazione del bivio. Seguire a destra il sentiero che dopo un breve tratto ripido, compie una lunga traversata a mezza costa e raggiunge, passando tra boschi di conifere, il valloncello che scende dal Col Carrel, poco a valle degli antichi ruderi di Plan Vallèe (2376 m). Continuare sul tracciato che inizia a compiere ampi tornanti per risalire le pendici erbose della becca. Ritornati sul canale principale, si dovrà superare una zona di frana, sempre ben segnalata per raggiungere un caratteristico blocco roccioso denominato “Le Grand Scez”. Risalire ancora sino ad incontrare il bivio con il sentiero 16 per la Becca di Nona. Proseguire diritti sul tracciato 16A e portarsi alla base del ripido pendio che scende dal Col Carrel. Risalire con diversi tornanti sino a raggiungere la sella dove è posto il bivacco Federigo Zullo 2912 metri, 2 ore circa dal rifugio. Dal colle scendere al piccolo laghetto dove si trova un bivacco privato non aperto al pubblico (2873 m). Cercare il percorso  migliore tra blocchi di roccia e residui glaciali e iniziare la traversata, con direzione Est, dell’ormai quasi estinto Ghiacciaio di Arpisson. Splendido ambiente selvaggio posto ai piedi della grande parete Nord del Monte Emilius. Superare l’evidente sperone roccioso che si allunga sul ghiacciaio e raggiungere il bacino posto ai piedi dell’inconfondibile triangolo roccioso “Triangolo Nero dell’Emilius”.  Da qui iniziare a salire verso sinistra su terreno morenico e portarsi su un evidente spallone. A destra è ben visibile, proprio ai piedi della cresta Nord Est della Testa Blantsette, il Col Peccoz. Da questa spalla, traversare in piano in direzione del colle. Prestare attenzione a questi 100 metri di detriti rocciosi che ricoprono questo ripido pendio. Con le dovute cautele, raggiungere il Col Peccoz (3042 m) 4,30 ore circa dal rifugio. Dal colle diparte il sentiero 8 che su iniziali tracce meno evidenti, in circa 1 ora conduce al grande Lago Inferiore di Laures (2544 m). Passare sul ponticello e seguendo a destra il tracciato in breve si raggiunge il Rifugio Menabreaz (2546 m) calcolare circa 6 ore dal rifugio Arbolle. Il rifugio Menabrez non è rifugio aperto al pubblico, ma privato. In ogni caso è possibile pernottare e prepararsi cena, nel locale messo a disposizione, dove è presente, oltre ai letti, una essenziale cucina ben attrezzata. Da qui una splendida vista sul grande lago e sulla vertiginosa parete Est del Monte Emilius, considerata una delle pareti più verticali delle alpi.

Da questo  rifugio (2546 m) per concludere il giro, vi proponiamo due possibilità. La prima segue il sentiero n 4 del Col Laures sino a dove incrocia il 102 che seguito a destra conduce al Col D’Arbolle (3154 m) e sempre seguendo il percorso 102, facilmente termina al rifugio Arbolle (2516 m). Per questa soluzione calcolare circa 5 ore.

La seconda prevede di concludere in bellezza questo fantastico tour, salendo in cima al monte Emilius. Dal rifugio (2546 m) seguire il sentiero 4 sino al lago Lungo (2600 m) e poco dopo, abbandonare il percorso volgendo a destra in un valloncello erboso e dirigersi verso l’evidente spallone erboso. Con percorso non obbligatorio, raggiungere la cresta Est e seguirla facilmente sino alla Croce. Questa è stata posizionata in ricordo della tragedia avvenuta nel 1929 sulla parete Est 2 ore circa dal rifugio. Spettacolare la vista sulla vertiginosa parete che incombe sul lago. Da qui seguire il filo di cresta con divertenti passaggi su blocchi e facili placche restando sempre sul versante sinistro si raggiunge il pendio finale che in breve porta in vetta. Calcolare dal rifugio circa 4 ore. Dalla vetta seguire le numerose tracce e i segni gialli per raggiungere il Passo dei Cappuccini (3242 m). Da qui seguire i sentieri 14 e infine 102 per raggiungere il rifugio arbolle (2516 m). Calcolare dal rifugio Menabreaz circa 6,30 ore.

Percorso O Rifugio-Ferrata Monte Emilius variante

E’ stata realizzata una variante per raggiungere la cima del Mont Ross di Comboé, dove
attraverso la cresta Ovest si può raggiungere la cima del Monte Emilius. La ferrata è stata
realizzata seguendo la conformazione naturale della cresta. Difatti non sono stati posizionati
gradini o mancorrenti, ma sono stati sfruttati al meglio i punti dove si possono utilizzare gli
appigli che la roccia offre. Ambiente spettacolare di alta montagna che regalerà sicuramente
delle emozioni.
Dal rifugio (2516 m) seguire il sentiero 102 che costeggia il lago a sinistra e anche il piccolo
torrentello che lo alimenta. Quando i sentiero inizia a salire più ripido a circa 2600 metri,
lasciare a destra una deviazione e continuare diritti, superando un altro tratto più ripido.
Continuare in diagonale su leggera salita sino a superare un primo ruscello. Continuare
sempre sul sentiero principale e superare un secondo ruscello. Oltrepassare e salire sulla
sinistra orografica sino dove il sentiero 102 vira decisamente a destra siamo a circa 2650
metri. Continuare diritto lungo il ruscello coperto di sassi e iniziare a seguire i numerosi
ometti e segni gialli presenti. Da qui si perviene in breve nella spianata acquitrinosa del Lago
dell’Echo (2702 m). Lasciare a sinistra il lago e continuare a salire seguendo i numerosi ometti
presenti. A poco a poco il percorso segnalato inizia a salire superando due evidenti dossi
erbosi sino a raggiungere un ometto molto evidente in cima al dosso principale a 2900 metri
circa. Da qui splendido il panorama sul gruppo del Gran Paradiso. Una breve discesa conduce
in una conca morenica e i segnali conducono ad un enorme masso con indicato il percorso da
seguire. Seguire a sinistra con indicazione Col Ross. Iniziare a salire sulla morene seguendo i
segni e i numerosi ometti. Dopo poco il percorso inizia a salire in diagonale verso destra che in

breve, sempre su terreno morenico, conduce sotto al colle. Salire con alcuni tornanti sempre
seguendo i segni e raggiunger il Col Ross (3091 m) 1,30 ore circa dal rifugio. Dal colle iniziare
a seguire il facile dosso che con evidente traccia, porta all’inizio del percorso attrezzato.
Seguire i cavi e restando pressoché sul filo di cresta, raggiungere un ampia spianata alla base
di un salto verticale. Qui la ferrata si sposta a destra e con bel percorso in un diedro, ritorna
sul filo e lo segue fino al termine in cima al Mont Ross di Comboé (3301 m). Qui si incrocia la
classica ferrata che sale in vetta al Monte Emilius. Prosegue con alcuni saliscendi, sempre
attrezzati, che portano alle indicazioni della via di scappatoia. Continuare e raggiungere
l’impennata, su stupendi muri e diedri di roccia rossa, che conducono in cima al Piccolo
Emilius (3342 m). Dalla cima il tracciato attrezzato scende ad un canale che va attraversato.
Questo punto presenta, anche in stagione avanzata, un consistente pendio nevoso che spesso
copre i cavi metallici. Portandosi a ridosso di un evidente diedro verticale, seguire il percorso
sino a porre piede sulla cresta Ovest che su terreno morenico, culmina in vetta (3561 m). Dal
rifugio alla vetta calcolare dalle 5 alle 6 ore.